L’Associazione Vivere Tra Due Fiumi esprime il proprio dissenso al progetto di insediamento sul nostro territorio di un allevamento avicolo.

Un impianto che prevede 39.000 galline, sebbene per la legge non sia considerato intensivo fino a 40.000 capi, avrebbe un pesante impatto ambientale, sanitario, acustico, olfattivo e luminoso e, non ultimo, sul benessere degli animali dell’allevamento e dell’adiacente canile. Il territorio di Travacò Siccomario è un ambiente con ecosistema fragile e delicato, inserito nell’area di confluenza di due fiumi importanti, una zona di particolare interesse paesaggistico, naturalistico e faunistico con molte specie di uccelli di passo e nidificanti. Un allevamento ad alto numero di galline genera molte deiezioni (la pollina), elevate emissioni di ammoniaca, metano, polveri sottili pm 2,5 e pm 10. La falda acquifera in questa zona è a pochi metri di profondità e per questo potrebbe più facilmente inquinarsi. Inoltre un notevole passaggio di mezzi pesanti sulle due strade del paese. La Pianura Padana ha già il maggior numero di allevamenti intensivi concentrati principalmente in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Si andrebbe a peggiorare una situazione già molto compromessa.

Invitiamo tutta la popolazione ad attivarsi per impedire che si realizzi questo impianto.

E’ attiva una raccolta di firme presso il Municipio entro il 31/8/2025 (solo per i residenti).

Si è costituito un Comitato cittadino “Stop allevamento – Travacò Siccomario” presente su Facebook e Instagram.

Andrea Giongo, dottore in scienze agrarie e socio di Vivere Tra Due Fiumi, scrive quanto segue:

In un’epoca in cui l’importanza della sostenibilità ambientale è in costante crescita, è fondamentale comprendere come le pratiche agricole possano evolversi per rispondere alle sfide del futuro. La nostra associazione si impegna a promuovere metodi innovativi e sostenibili, capaci di proteggere le risorse naturali e, al contempo, di garantire la produttività delle terre. Attraverso la formazione e la sensibilizzazione, puntiamo a creare una rete di agricoltori consapevoli, pronti a condividere le loro esperienze e a collaborare per un’agricoltura più responsabile e rispettosa dell’ambiente.

Il progetto di un allevamento avicolo intensivo sul nostro territorio prevede un insediamento di 39.000 galline ovaiole, esattamente 1000 capi al di sotto di 40.000 che in base alla legge in vigore stabilisce il numero oltre il quale l’impianto dovrebbe essere soggetto ad una rigida autorizzazione ambientale per la realizzazione e a controlli molto più frequenti.

Di fatto questa configurazione numerica non riduce il pesante impatto ambientale dell’impianto che risulta del tutto paragonabile ad un allevamento industriale e legittima il più che fondato sospetto di elusione delle procedure ambientali più rigorose. Tra le problematiche più preoccupanti c’è la produzione di pollina, le deiezioni avicole solide.

COS’E’ LA POLLINA

La pollina è una miscela di deiezioni solide delle galline, piume, residui di mangime, materiali organici vari.

Negli allevamenti intensivi in gabbie la pollina è quasi totalmente costituita da feci secche e urina cristallizzata (acido urico) che viene poi accumulata in vasche per poi essere essiccata, stoccata e smaltita.

La pollina non è un rifiuto qualsiasi, ma è un prodotto agricolo altamente inquinante.

ALCUNI NUMERI…

Ogni gallina produce circa 110-120 grammi di deiezioni al giorno che in definitiva si traducono in ben 1700-1800 tonnellate di pollina FRESCA all’anno.

I PROBLEMI CAUSATI DALLA POLLINA

1 – inquinamento ambientale

La pollina contiene l’azoto, ma soprattutto azoto sotto forma di ammoniaca che è una sostanza volatile, cioè, evapora facilmente nell’aria ed è irritante per l’apparato respiratorio. Contiene inoltre metalli pesanti

Lo smaltimento improprio della pollina può portare a:

  • Contaminazione irrimediabile del suolo
  • Contaminazione dei corsi d’acqua e delle falde sotterranee (acqua potabile) ad opera dei nitrati
  • Eutrofizzazione dei corsi d’acqua, cioè, l’aumento smisurato di alghe e conseguente moria di tutta la fauna presente
  • Emissione nell’aria che respiriamo di PM 10, PM 2,5 (che sono le ben note polveri sottili), bioaerosol e gas irritanti, come appunto l’ammoniaca
  • presenza continua di odori molesti nell’aria anche a grandi distanze, rumori, traffico pesante

2 – gravi problemi sanitari

  • Esiste un concreto rischio di diffusione di salmonella, virus influenzali, germi e batteri che contengono tossine che rappresentano un rischio per la salute.
  • La pollina inoltre attira mosche, ratti, insetti molesti.

Tutto ciò aumenta il rischio di contaminazione crociata se la pollina viene movimentata vicino ad abitazioni, canili, aree protette, corsi d’acqua.

La contaminazione crociata è il trasferimento accidentale di patogeni, residui chimici, sostanze dannose per le persone o gli animali e può essere causa di danni importanti alla salute, all’ambiente, alla sicurezza alimentare. È, cioè, un serio rischio igienico-sanitario.

Il vento, gli automezzi che dovrebbero trasportare gli animali e la pollina, gli stessi operatori dell’allevamento possono essere portatori involontari degli agenti patogeni nelle proprie abitazioni, in altre aziende agricole, in luoghi frequentati dalla comunità.

E quelli fin qui riportati sono solo alcuni dei problemi legati ad un allevamento industriale come quello che si vorrebbe realizzare a Travacò Siccomario senza contare i problemi di stoccaggio, maturazione, trasporto e smaltimento della pollina stessa e delle galline

CONCLUSIONI

  • Un allevamento intensivo di 39.000 galline ovaiole con una produzione annua di 1700 tonnellate di pollina rappresenterebbe una situazione ad alto rischio ambientale e sanitario per l’uomo e per tutti gli animali domestici e non presenti sul territorio
  • Se si considera che l’area di Travacò Siccomario si colloca all’interno del territorio del Parco Regionale della Valle del Ticino alla confluenza di due di due fiumi in un contesto ambientale di pregio a ridosso de “La grande foresta”, area riconosciuta per l’elevato valore ecologico faunistico e paesaggistico, habitat naturale di molte specie di uccelli migratori e stanziali, risulta palese e stridente il contrasto con le finalità istitutive del Parco che promuove la conservazione di habitat naturali e la riqualificazione forestale e agroecologica

Si sottolinea pertanto come questo insediamento industriale sia del tutto inopportuno, incoerente e lesivo dei delicati equilibri di una splendida area a vocazione agro naturalistica quale è il Siccomario.

Pertanto

l’Associazione Vivere Tra due Fiumi esprime il proprio totale dissenso al progetto di insediamento nel nostro territorio del sopra citato insediamento avicolo intensivo.